allarme ambientale e fumo mediale
Articolo di Arshad Moscogiuri, 2 settembre 2013
Se la Terra potesse essere irreversibilmente compromessa dall'inquinamento e dalle sue conseguenze entro dieci anni, e dico proprio irreversibilmente
Se questa dichiarazione venisse da un pool di più di 1.500 esperti di tutto il mondo
Se tale considerazione fosse contenuta in un documento di 2.200 pagine
Se questo fosse stato redatto nell'arco di 6 anni, e redatto per la quinta volta su incarico dell'ONU...
Ebbene, non vi aspettereste di trovare questa allarmante notizia, a caratteri cubitali, su tutte le testate in edicola? Di vederla strillata e sparata? Se voi foste i direttori di un giornale, non sospettereste che la questione sia degna di rivestire un'importanza proporzionale al fatto che riguarda il futuro incombente dell'umanità intera e del pianeta su cui questa vive?
Con quattro giorni di anticipo sulla data che lo divulgherà, il 5° Rapporto IPCC (Intergovernamental Panel on Climate Change) ha fatto scappare ieri qualche prima indiscrezione.
L'attività umana è responsabile al 95% del surriscaldamento globale
Gli scenari di previsione climatici prefigurano un aumento folle e vertiginoso delle temperature (come del resto già sottolineava un rapporto della Banca Mondiale nel novembre 2012)
In base a questi dati, abbiamo massimo 10 anni di tempo per provare a porre rimedio al disastro ambientale
Nel vertice di Copenaghen del 2009 è stato però stabilito che le riduzioni delle emissioni inquinanti possono essere solo volontarie (su pressione di USA, Cina, Brasile, India)
Il risultato del vertice del 2009 è stato un sensibile e costante aumento delle emissioni serra
Di questi 10 anni di tempo rimasti, ne passeranno pertanto ancora 7 continuando ad aumentare le emissioni, perchè il prossimo vertice dove stabilire una politica ambientale sarà solo nel 2020
A quel punto, ammesso che si raggiungerà un accordo, avremo solo 3 anni per una riconversione chiaramente impossibile
Di conseguenza, se non cambiamo subito le regole del gioco, siamo destinati a superare la soglia del non-ritorno
Tornando ai giornali, ho ingenuamente deciso di dare un'occhiata alle prime pagine di alcuni quotidiani italiani a tiratura nazionale, per vedere dove avessero posizionato oggi la notiziola.
Ho esaminato le prime pagine di 21 testate:
- Corriere della Sera
- Il Messaggero
- La Repubblica
- Il Manifesto
- Il Tempo
- L'Osservatore Romano
- La Stampa
- Il Giornale
- Avvenire
- Il Fatto Quotidiano
- Il Gazzettino
- Il Mattino
- Il Tirreno
- Italia Oggi
- La Gazzetta del Mezzogiorno
- La Sicilia
- Libero
- Il Giornale di Sicilia
- Il Sole 24 Ore
- Il Secolo XIX
- L'Unità
Su 21 giornali, 20 prime pagine non riportano nemmeno un trafiletto. Una soltanto ha un box in fondo, dal titolo "La Terra ha le ore contate". Una scelta minimale, ma almeno ha incluso la notizia. Quasi mi sentirei di ringraziare il Direttore dell'Unità, Claudio Sardo, che ha trovato un piccolo riquadro in prima pagina. Incastrati come sono nella distribuzione degli spazi delle loro testate propagandistiche, si vede che gli altri non hanno potuto togliere nemmeno due righe al quotidiano lavoro di manipolazione della pubblica opinione. Così, chi ce l'ha fatta pare abbia fatto una scelta coraggiosa, ma in un mare di codardi anche il timido sembra un eroe. Su ogni quotidiano le prime pagine riportano le stesse, identiche cose. E' una guerra: se il partito A strilla una notizia con un'interpretazione a suo favore, il partito B deve rispondere per controbilanciare. Ho detto partito? Volevo dire giornale, scusate. In pratica, un serpente che si morde la coda, un loop senza fine e senza méta, senza gloria e senza verità.
Signori Direttori dei vari giornali, tutti inclusi. Ma non vi fate mai qualche domanda? Eseguite e basta le linee editoriali? Vi rendete conto della portata di alcune notizie, e della possibilità (vorrei dire del dovere) di informare correttamente le persone? Vi siete mai chiesti quali responsabilità vi state prendendo rispetto al mondo, rispetto alla storia, rispetto al nostro stesso futuro, ignorando omettendo sottostimando fatti e notizie che sono di vitale importanza?
Signori giornalisti, e specificatamente chi, nel riportare la notizia delle anticipazioni sul rapporto IPCC, ha scritto nei propri articoli frasi o titoli del tipo "buone notizie dal fronte ambientale", "il riscaldamento globale in diminuzione" e così via. Non vi vergognate? Che responsabilità vi prendete rispetto al pianeta intero, a tutti gli esseri umani e gli animali e le piante? Sapete di aver mentito oppure avete semplicemente seguito il taglio che vi era stato richiesto, senza documentarvi né capire quello che scrivevate? Se eravate in malafede già lo sapete, se non lo eravate imparate a fare il vostro mestiere. Ci si documenta, si verifica e si incrociano le verifiche. Non c'è nessuna buona notizia, qualsiasi climatologo o scienziato o persona di buon senso minimamente documentata avrebbe potuto consigliarvi. Il fatto che ci sia stato un lieve calo dell'aumento delle temperature non è una controtendenza. Il riscaldamento globale comporta questi fenomeni, li include, perchè sono dovuti all'aumento delle acque e allo scioglimento dei ghiacci, e ad altri fattori ben noti. Non è una bella notizia, è una pessima notizia. E il vostro è un pessimo articolo, un pessimo lavoro di una pessima coscienza. Ma, direte, ci sono state dichiarazioni in questo senso e noi le abbiamo solo riportate. Se questo vi basta, vi accontentate di poco. Vi accontentate di schermare la vostra posizione dietro quella di qualcun altro, come Laurent Terray dell'agenzia francese Cerfacs che dal 1998 elabora i dati del clima per fornire previsioni a governi e multinazionali, il quale ha dichiarato: "Se questa tendenza continuerà per i prossimi vent'anni, potremo dire che i computer hanno sottostimato la variabilità interna al pianeta". Non dimenticate però di informare che Terray, come altri, lavora per governi e multinazionali che hanno seri interessi a trovare qualcuno disposto a fare simili dichiarazioni, e poi metteteci accanto il parere contrario di qualsiasi esperto, magari indipendente. Giusto così, per informare.
Signori scienziati, quei pochi che ancora hanno la faccia tosta o l'interesse o la naturale predisposizione alla negazione dell'evidenza. Voi che, come si dice a Roma, neghereste anche con le mutande in mano. Non avete neppure un po' di pudore, almeno quando siete soli, nel continuare a teorizzare che le notizie ambientali e climatiche sono allarmistiche, i dati non sono attendibili, le previsioni sono sbagliate, che il riscaldamento globale non è antropico, ovvero che non dipende dall'attività dell'uomo; che tutto va bene e che dunque possiamo continuare così, senza bisogno di ridurre emissioni inquinanti, cambiare politiche energetiche e socio-economiche? No, voi non entrate nel merito delle politiche energetiche, sociali ed economiche. Affermate di parlare da scienziati, al di sopra delle parti di cui siete parte. La comunità scientifica fortunatamente non può pensarla come voi, illustre manipolo di negazionisti, proprio perché le stesse evidenze sono di carattere scientifico. Benché, da notizie di cronaca passata, sia stato accertato che anche qualcuno di voi sia stato pagato da varie multinazionali per fornire notizie ad hoc, mi domando: ci sarà pure qualcuno in buona fede? E se c'è, che ne pensa di collegare alla sua scienza un po' di coscienza?
Amiche e amici che leggete. La competizione è la follia del nostro tempo, e noi ne siamo parte. La coscienza è un fenomeno ampio, che oltre a noi stessi include gli altri e l'ambiente. Se fossi stato direttore di un giornale, avrei titolato a tutta pagina: "SVEGLIAMOCI!" Parliamo di queste cose, diffondiamole, creiamo in noi e in chi ci è accanto sempre più coscienza. Non possiamo chiedere a nessun altro di farlo al posto nostro. Non possiamo chiedere all'informazione di fare un lavoro serio che sarebbe seriamente contrario all'interesse dei suoi burattinai.
Però, capisco. E' più confortante leggere le burle all'umana intelligenza del ping-pong politico, vedere la foto della Merkel e di Balotelli, trovare conferme stampate del mondo confezionato dalla tv.
Così, mentre in Francia il presidente della Repubblica dichiara: "Siamo sul limite storico dell'irreversibile –e ha chiesto "una svolta economica e politica per conservare il pianeta" (ma si tiene strette le centrali nucleari), il nostro Presidente Napolitano si preoccupa che "la politica italiana eviti rotture", ovvero chiede un'assenza di svolte economiche e politiche per conservare il governo.
Non possiamo aspettarci granché neppure dalla politica, e questo non sorprende nessuno. Siamo in corsa per la competizione economica, una sorta di strana gara in cui non vince nessuno: si restringono i diritti civili e dei lavoratori, scompaiono gli orizzonti di sviluppo, tutti stanno peggio tranne pochissimi. Ma è una gara in cui anche i pochissimi, alla lunga, sono scientificamente destinati a perdere.
Mentre da una parte Fukushima ci dimostra come non siamo in grado di porre nessun rimedio a un gigantesco e inesorabile disastro globale già in corso, dall'altra c'è già chi pensa di sfruttare il rapporto sullo stato della nostra atmosfera proprio a favore della scelta nucleare, sempre per essere più competitivi. Ma i 10 anni di tempo indicati dall'IPCC non tengono conto della dispersione di acque super-radioattive che è in atto nell'Oceano Pacifico. Pochissimi parlano delle conseguenze reali di ciò, e nessuno, a quanto mi risulta, ancora le ha sommate a quelle del surriscaldamento globale.
E' una folle corsa di folli, senza nessun traguardo per alcuno. Sinceramente, non possiamo permettercela; categoricamente, non possiamo permetterla. Affermare a gran voce che stiamo distruggendo la nostra casa non è un discorso da abbraccia-alberi. Chi ancora lo sostiene è assolutamente in malafede, o assolutamente incapace di rendersi conto. Gli uni vanno smascherati, gli altri aiutati.
Insomma, tocca a noi, a tutti noi. Tocca a noi cambiare paradigma, coscienza, abitudini, scelte. Tocca a noi informarci e informare, far sentire la nostra voce in ogni occasione, in ogni rapporto umano.
E se informeremo riportando anche le fonti attendibili, faremo senza dubbio un lavoro migliore dei media.
FONTI:
Green Report Quinto rapporto Ipcc: il presidente Pachauri contro gli ecoscettici
Scienze Fan Page Clima, nuovo rapporto IPCC: ci restano solo dieci anni per cambiare
Meteo Giornale Allarme clima: solo 10 anni per salvare la Terra?
Lettera 43 Ambiente, Ipcc: «10 anni per salvare la Terra»
Greenreport Le dichiarazioni di Chirac sul clima
Le prime pagine dei giornali italiani
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