Fukushima: il traguardo della competizione

Articolo di Arshad Moscogiuri, 2 settembre 2013


Sta succedendo davvero, sta già succedendo. Anche se non è una sorpresa, è difficile considerarlo pienamente. Domani, tra qualche anno, tra qualche decade, i giovani abitanti di tutto il mondo che non potranno più fare il bagno in nessun mare ce lo chiederanno: "Ma dove cazzo eravate voi? Cosa avete fatto?" E avranno ragione.
Fukushima è totalmente, assolutamente, drasticamente fuori controllo. La situazione dei quattro reattori della centrale nucleare giapponese è molto, molto peggiore di quanto possiamo figurarci. Di più ancora lo sono le sue conseguenze a breve, medio, lungo e lunghissimo termine. Se le Nazioni Unite fossero mai servite a qualcosa, questo è il momento inderogabile in cui riunire d'urgenza le rappresentanze di tutto il pianeta e prendere assieme una decisione. Ma, nella folle logica della competizione a ogni costo, l'ONU non batte ciglio, l'informazione làtita e ognuno si distrae con la propria negazione della realtà.
Ogni cosa è folle in questa storia, davvero ogni cosa.
I tentativi di arginare la dispersione di miliardi di litri di acqua contaminata nell'Oceano Pacifico sono pura pazzia. Stanno cercando di raffreddare i reattori imbizzarriti innaffiandoli con 400 tonnellate di acqua salata al giorno. L'acqua altamente radioattiva viene recuperata e conservata in enormi serbatoi da mille tonnellate l'uno. Occorre costruire 200 serbatoi ogni anno: tra 50 anni ce ne saranno 10mila. Diecimila serbatoi che, per ammissione della stessa ditta responsabile, la Tepco, stanno già iniziando a perdere. Già, perchè l'acqua salata è notoriamente corrosiva. Se i serbatoi perdono, occorre decontaminare (come?) prima di ripararli. Sempre per voce della Tepco stessa, l'acqua contaminata presente nei serbatoi fallati sta già finendo inevitabilmente pompata nel mare e, presto, potrebbero arrivare a scaricarcela direttamente, senza neanche tentare di immagazzinarla.
Ormai non è una probabilità, ma una certezza. Tra qualche tempo si raggiungerà un limite massimo e nel Pacifico non si potrà più pescare. Tra pochi anni le notizie di intossicazione rimbalzeranno sempre più frequenti da diverse parti del mondo. Nel frattempo, le correnti provvederanno a diluire la radioattività nelle acque di tutto il globo. Il cuore radioattivo dei reattori continuerà a pulsare, implacabile, fino a compiere il suo ciclo nell'arco di poche ere geologiche.
Non sono scenari pessimistici, ma banali proiezioni scientifiche.
Tutto questo è già qui, è in corso. E' la realtà.
Eppure, mentre l'ONU elargisce immeritati stipendi ai suoi rappresentanti, in Giappone c'è un premier eletto con la promessa di riattivare le centrali per il rilancio della competitività economica del paese. Contemporaneamente, gli USA tacciono e minimizzano. La tecnologia e le centrali sono loro: General Electric, in casa ne hanno diverse simili. Purtroppo, il mondo intero ne ha parecchie simili.

Ecco, quando le prossime generazioni ce lo chiederanno, dovremo rispondere questo.
"... Mentre il primo disastro stava accadendo, il resto delle nazioni continuava a sfruttare e costruire altre centrali nucleari, l'ONU ometteva del tutto il problema, le nazioni che non avevano il nucleare progettavano di ottenerlo a loro volta..."
Così, tutti sarebbero stati competitivi, in una gara bendata che ha per traguardo un burrone e in palio nessun premio.
 

FONTI:
Oggiscienza Fukushima, è solo l'inizio - 27 agosto 2013
Greenreport Fukushima: disastro senza fine - 2 settembre 2013
Il Fatto Quotidiano Fukushima, cresce l'allarme - 1 settembre 2013
CBC News Radiation levels at Japan's Fukushima nuclear plant spike - 1 settembre 2013

 

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