piccole sottostime ambientali
Articolo di Arshad Moscogiuri, 24 marzo 2013
Si chiama “black carbon”, ed è in pratica la fuliggine prodotta da quasi tutti i tipi di combustione, genericamente detta smog. E’ notoriamente uno dei protagonisti dell’inquinamento atmosferico e del riscaldamento del pianeta, assieme ai gas responsabili del cosiddetto effetto serra. Quello che non tutti sanno è che è stato da poco pubblicato un eclatante articolo dal “Journal of Geophyscal Research: Atmosphere”, firmato da scienziati appartenenti a 29 università ed enti di ricerca di tutto il mondo(1). Dico eclatante non per la risonanza che ha avuto, tutt’altro, ma per il suo contenuto e per la prestigiosità delle fonti. Per farla breve, i ricercatori fanno il punto delle conoscenze globali sull’impatto atmosferico della fuliggine, mettono in relazione i dati a disposizione e scoprono che gli effetti ambientali sono un po’ maggiori di quanto si ritenesse. Quanto? Il doppio, circa.
Avete capito bene, non un dieci-venti per cento in più, che già sarebbe stato disastroso. Il doppio!
Non occorre qui dilungarsi sulle conseguenze sanitarie, climatiche ed ecologiche di questo raddoppio.
Forse sarebbe più opportuno preoccuparsi dell’assoluta indifferenza con la quale una notizia di vitale, letale importanza per l’umanità intera scivola via dalle pagine dei giornali, tra le onde dei media, dalle programmazioni dell’economia e della politica, fino a diventare un grido che, nonostante il vuoto delle coscienze attorno, non riesce a trovare eco.
TESTA DI CARBONE
Questa è la situazione dell’impatto ambientale del black carbon sulla nostra atmosfera. Ma niente paura!
Fortunatamente, proprio in questi giorni si svolge a Roma il convegno di Assocarboni.
I nostri industriali non hanno dubbi, si schierano decisi su una linea indiscutibile: l'apologia del carbone.
“Bisogna puntare su gas e carbone”, è la lungimirante affermazione di Chicco Testa(2) (Assoelettrica), che sembra uscita da un racconto di Dickens(3).
Dunque, fai un check-up a quarant’anni. Il medico ti dice che hai il fisico di un quarantacinquenne, non proprio in forma. Cerchi di diminuire le sigarette, fai un minimo di sport . Dopo un po’ torni dal dottore e scopri che, in realtà, biologicamente hai novant’anni. Prontamente, ecco che decidi di puntare tutto sulle sigarette!
I casi sono due.
Nel primo, hai problemi psichiatrici e tendenze suicide. E’ dura, ma ti puoi curare.
Nel secondo, hai un conflitto di interesse. Sei un tabaccaio e vuoi vendere sigarette a ogni costo. Cerchi di convincere i clienti del fatto che il tabacco, in fondo, non fa male quanto lo sport. Vendi a chiunque, anche alla tua famiglia. In casa fumano tutti, pure i bambini. Mentre conti avidamente i soldi, non ti accorgi che a tua volta stai respirando più fumo che aria. Buona parte delle scelte politiche-economiche è in mano a individui che rientrano in questa casistica umana.
Benchè possa sembrare che le coscienze sporche non favoriscano energie pulite, coloro i quali operano le attuali scelte economiche non sono dei malvagi. E' che mancano di empatia(4). Dovrebbero poter sviluppare un minimo questa qualità umana per iniziare ad avvertire, oltre all'urgenza del capitale e al pragmatismo delle motivazioni tecniche, la possibilità e la responsabilità di contribuire a praticare scelte globalmente più sane. Dovrebbero poter sentire dentro, appunto empaticamente, il richiamo irrinunciabile a contribuire alla creazione di un sistema sostenibile, il coraggio di dare il via a scelte epocali e cruciali per questo stesso pianeta. La realtà non è quella dei numeri, è quella dei fatti.
Fino a quando è possibile prescindere dal semplice e terribile fatto che stiamo avvelenando questo pianeta e che lo stiamo facendo molto, molto più velocemente di quanto già temessimo?
Per ignorare questa fondamentale considerazione, proprio in un convegno dove si decide il futuro di un pezzo importante del settore energetico, non bastano calcoli finanziari e più o meno condivisibili lamenti sulla gestione delle energie alternative. Per omettere questa verità è necessario non sentirla, protetti da motivazioni apparentemente razionali. In altre parole, una mancanza di empatia che sconfina nell’atteggiamento autistico. Anzi lo sorpassa, poiché è un atteggiamento pericoloso sia per sé che per gli altri.
E’ augurabile che, prima o poi, coloro i quali sono chiamati a indicare scelte energetiche ed economiche prendano coscienza e sentimento del delicato ruolo che rivestono.
In quanto al resto di noi, è un duro colpo all’autostima comprendere fino in fondo quanto stiamo permettendo che accada a casa nostra, su questo pianeta.
Forse abbiamo sovrastimato la nostra evoluzione, la nostra intelligenza.
Sarà sì e no la metà di quanto crediamo…
FONTI
(1) Dati impatto ambientale:: “Le Scienze”, marzo 2013, pag. 27 (citazione da “Journal of Geophyscal Research: Atmosphere”)
(2) Convegno Assocarboni: Il Fatto Quotidiano Energia, Chicco Testa - 23 marzo 2013
(3)Miniere di carbone e schiavitù - provate semplicemente a digitare queste parole su Google. Giusto per avere un’idea… - link
(4)Empatia