il muro del rimpianto

Articolo di Arshad Moscogiuri, 8 aprile 2013

Notte fonda a Berlino Est, quella tra il 12 e il 13 agosto del 1961. Col favore del buio, iniziarono i lavori di costruzione del muro che divise la città tedesca e i suoi abitanti per 28 anni. Quando finalmente questa prova dell’umana follia venne abbattuta e la Germania riunificata, i cittadini scelsero di lasciare alcuni pezzi dell’orrendo cemento quale mònito per le generazioni future. Ben presto gli intonaci superstiti sono diventati pagine di testimonianza contro l’assurdità della guerra, riempiendosi di firme, impronte di mani, slogan, nomi di vittime, poesie e murales. Non stupisce dunque che i berlinesi ci siano rimasti male quando, recentemente, è stato approvato un progetto di rimozione di un tratto delle mura per far posto a un complesso residenziale. Ci sono state numerose proteste e il sindaco ha rassicurato i suoi concittadini: la parte di muro della East Side Gallery, lungo le rive del fiume Sprea, non sarebbe stata toccata. Ma pochi giorni fa, il 27 marzo, quando gli abitanti riunificati dell’Est e dell’Ovest si sono svegliati, quel muro non l’hanno trovato più. Era stato demolito all’alba, con una subdola mossa a sorpresa. Che tristezza! Cinquantadue anni dopo, quel pezzo di muro è morto come era nato: a tradimento.

 

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