no grazie, il nobel non lo merito

Articolo di Arshad Moscogiuri, 12 ottobre 2012

Stamane la notizia: il premio Nobel per la pace e per i diritti umani assegnato all'Unione Europea quale riconoscimento del più lungo periodo storico privo di guerre: "Ha contribuito all'avanzamento della pace, della riconciliazione, dei diritti umani".
Segue il coro di entusiasti e commossi, al quale non riesco proprio a unirmi.
Insomma, stamattina ho preso il premio Nobel, assieme ad altri 499milioni 999mila 999 cittadini dell'EU, ma ho solo voglia di restituirlo.

Un premio per la pace all'Unione Europea, molti dei cui Stati membri inclusa la nazione in cui vivo, partecipano da anni a costanti guerre di occupazione che provocano morti, fame, disperazione, ghiotte ricostruzioni e lottizzazioni di gestioni politiche, propagandate quali "missioni di pace"?
Alla stessa UE che respinge fiumane di disperati in cerca di una possibilità di vita, incarcera stranieri in lager disumani, rimandandoli indietro in paesi spesso in guerra e che giustifica tutto ciò con l'etichetta di immigrazione illegale, stratagemma per ottenere manodopera a basso costo priva di garanzia legale.
Un insieme di stati la cui politica finanziaria gestita da istituti bancari sta provocando iniquità, moltiplicazione della povertà e concentrazione di defraudata ricchezza nelle mani di pochi, insani individui. Un continente che erode e si rimangia i diritti dei suoi cittadini e dei suoi lavoratori con il ricatto della paura, che assalta i manifestanti, che picchia nelle scuole, che tortura nelle carceri, che pirateggia nelle amministrazioni pubbliche, che devasta l'ambiente.
Fatico a trovare l'ombra di una dignità in questa assegnazione dell'Accademia svedese, sebbene sia chiaro che rivesta più un carattere politico che umano.
C'è chi dice, senza vergognarsene, che si tratta di una specie di premio preventivo, come quello conferito a Obama nel 2009: assegnare il premio per costringere moralmente a perseguire la pace. Mi sfugge la logica: sarebbe come nominare un politico italiano campione di onestà sperando che così rubi di meno.

Non so di che logica si tratti, ma so che questo premio è stato dato anche a me, anche a te, a tutti noi.
Non posso parlare a nome dell'Europa per asserire se l'Unione lo meriti o meno, ma posso e debbo parlare per me, uno dei beneficiari del prestigioso riconoscimento.
Ebbene, io non lo merito.
Non lo merito perchè sono responsabile di tenermi ancora questa classe di governanti, di amministratori delegati della cosa pubblica.
Non lo merito per quanto riguarda la mia parte di responsabilità sociale, e moralmente mi sento obbligato a restituire la mia 500milionesima parte: circa 0,002 euro.
Perchè oggi siamo stati insigniti di un premio per la pace e il prestigio non è un valore di chi lo dona, ma di chi lo riceve.

 

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